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7. Reddito pro capite e povertà

Evoluzione del reddito pro capite

Il reddito pro capite è cresciuto nell’Ue in Italia fino al 2007. Dopo tale data è cominciata una fase di crisi economica con una prima contrazione del reddito pro capite nel 2008-2009, seguita da una ripresa nel 2010-11 e da un nuovo calo del reddito pro capite in Italia e nella zona euro, mentre nell’UE nel suo insieme il redito pro capite è rimasto stazionario nel 2012-13, rimanendo comunque in media ad un livello più basso rispetto al 2007. Nell’insieme il reddito pro capite italiano è cresciuto meno della media UE e della zona euro nel periodo di crescita mentre si è ridotto maggiormente in Italia nei periodi di recessione della zona euro. Il reddito pro capite italiano era più alto della media UE nel 1995 e anche dei futuri paesi membri della zona euro, mentre dal 2013 è diventato inferiore ad entrambe le zone, continuando a divergere, con un leggero recupero solo dopo il Covid-19, a partire dal 2021.

7.1 Fonte: Elaborazione DIPE su dati Eurostat.

Nota esplicativa: Il grafico confronta i dati relativi al reddito pro capite in euro (misurato in termini di PIL pro capite) in Italia con quello medio dell’area euro e dell’Unione europea a 28 membri. I dati non sono espressi a prezzi correnti ma in funzione dei volumi concatenati.

Quota di popolazione in povertà assoluta per aree geografiche

 La stima ISTAT mostra un lento aumento dell’incidenza della povertà assoluta in Italia nel 2007-2010 (dal 3,5% al 4%) e un’accelerazione nel 2011-13, con un picco del 6,3% delle famiglie italiane in povertà assoluta. Nel 2014 si manifesta un primo ridimensionamento dell’incidenza della povertà assoluta che scende al 5,7% ma ri-aumenta, con fluttuazioni negli anni successivi, raggiungendo il 7% nel 2018. Il centro e il nord sono caratterizzati da un andamento analogo al dato nazionale, ma con livelli di povertà assoluta inferiori rispetto alla media nazionale di 1-2 punti percentuali. Il Mezzogiorno invece ha un livello maggiore di povertà assoluta, il quale cresce più che proporzionalmente rispetto al resto d’Italia dal 5,1% del 2010 al 10,1% del 2013, per poi scendere temporaneamente e risalire, tornando nel 2019 all’8,6%. Nel 2020-2023, l’incidenza della povertà assoluta è cresciuta in tutta Italia.

7.2 Fonte: Elaborazione DIPE su dati ISTAT.

Nota esplicativa: L’incidenza della povertà assoluta viene calcolata sulla base di una soglia corrispondente alla spesa mensile minima necessaria per acquisire il paniere di beni e servizi che, nel contesto italiano e per una determinata famiglia, è considerato essenziale a uno standard di vita minimamente accettabile. Vengono classificate come assolutamente povere le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore al valore della soglia. Questa varia a seconda del numero di componenti della famiglia, della loro età, della localizzazione geografica e della tipologia di comune in cui vivono e dell’anno di riferimento.

Quota di popolazione in povertà relativa per aree geografiche

 

7.3 Fonte: Elaborazione DIPE su dati ISTAT.

Nota esplicativa: L’incidenza della povertà relativa viene calcolata sulla base di una soglia convenzionale (linea di povertà) che individua il valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi. Tale valore si modifica solo in funzione del numero di componenti del nucleo familiare (e, contrariamente alla povertà assoluta, non è differenziata per zona geografica, dimensione del comune di residenza o età dei componenti del nucleo familiare).

I diversi livelli di povertà assoluta per numero di figli minori e anziani in famiglia

 La stima ISTAT registra dal 2005 al 2022 un aumento dell’incidenza della povertà assoluta per le famiglie con figli minori, particolarmente accentuata per le famiglie con 3 e più figli e un calo dell’incidenza della povertà assoluta nelle famiglie con un anziano e un modesto aumento nelle famiglie con due o più anziani, che tuttavia è ora diventata la tipologia di famiglia a minor incidenza di povertà assoluta.

7.4 Fonte: Elaborazione DIPE su dati ISTAT.

Nota esplicativa: L’incidenza della povertà assoluta viene calcolata sulla base di una soglia corrispondente alla spesa mensile minima necessaria per acquisire il paniere di beni e servizi che, nel contesto italiano e per una determinata famiglia, è considerato essenziale a uno standard di vita minimamente accettabile. Vengono classificate come assolutamente povere le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore al valore della soglia. Questa varia a seconda del numero di componenti della famiglia, della loro età, della localizzazione geografica e della tipologia di comune in cui vivono.

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